Minerale? Naturale!

Secondo la legge.

“Le acque minerali naturali si distinguono dalle ordinarie acque potabili per la purezza originaria e sua conservazione, per il tenore in minerali, oligoelementi e/o altri costituenti ed eventualmente per taluni loro effetti. Esse vanno tenute al riparo da ogni rischio di inquinamento.” (D. Lgs. 8 ottobre 2011 n. 176, art. 2, comma 2)

Acque minerali naturali e acque potabili sono acque diverse, disciplinate da leggi diverse, con origini e caratteristiche diverse.

  • L’acqua minerale proviene da un giacimento profondo, protetto ed incontaminato. E’ pura batteriologicamente all’origine. Non è soggetta a trattamenti di disinfezione. E’ imbottigliata all’origine. Inoltre, l’acqua minerale ha e deve avere per legge la costanza della composizione e della temperatura. Il contenuto costante dei sali in essa disciolti costituisce l’identità di ciascuna acqua minerale. La sua unicità.
  • L’acqua di rubinetto – a causa della quantità in cui viene consumata (il consumo medio pro-capite giornaliero è di circa 250 lt) – ha origini diverse, spesso laghi o fiumi (a Torino una buona percentuale viene dal Po, a Firenze dall’Arno), falde sotterranee o superficiali,  a volte anche acque salmastre. Proprio per questa sua provenienza, è soggetta a varie possibilità di contaminazione e quindi a trattamenti di potabilizzazione e di disinfezione. La disinfezione comporta sempre il contatto con sostanze chimiche che lasciano “tracce” e alterazioni dell’acqua. I composti del cloro (prevalentemente ipoclorito) comunemente impiegati per tale scopo, determinano la formazione di sostanze dotate di una tossicità più o meno elevata in funzione della loro natura e quantità.

I controlli.

L’acqua minerale e l’acqua di rubinetto sono entrambe soggette a numerosi controlli.

  • L’acqua minerale non avrebbe – in teoria – bisogno di particolari controlli data la sua purezza originaria, la sua provenienza da giacimenti profondi e l’imbottigliamento all’origine. E’ comunque soggetta a esami e verifiche periodiche da parte dell’Autorità Sanitaria, ma anche  dal Sistema di Autocontrollo delle aziende, che prevede frequenti campionature ed esami durante tutto il ciclo produttivo: alla sorgente, all’impianto di imbottigliamento, ai depositi all’ingrosso e alla vendita al dettaglio. Le acque minerali possono annoverare decine di migliaia di analisi all’anno.
  • L’acqua di rubinetto origina da falde superficiali, soggette maggiormente a contaminazione sia batteriologica sia chimica, o è captata da fiumi e da laghi e spesso viaggia nelle condutture per chilometri. Viene poi potabilizzata attraverso trattamenti che possono lasciare “tracce” nell’acqua. Per questi motivi la legge prevede il controllo di alcuni parametri dell’acqua potabile (quali per esempio il clorito, il bromato, ecc.) che non sono previsti per l’acqua minerale perchè non subisce trattamenti di disinfezione.


Per approfondire l’argomento:

Acque potabili e acque minerali: similitudini e differenze di P. CALA’ – pdf (Regione Toscana -Settore Igiene Pubblica) e F. MANTELLI (Arpat, Dipartimento Firenze).

Guardiamo alle sostanze.

Cosa c’è nell’acqua che beviamo? E come facciamo a saperlo?

  • L’acqua minerale proviene da falde profonde e viene imbottigliata all’origine senza subire trattamenti che possano alterare le sue caratteristiche naturali. In più, ha un’etichetta. Tutto ciò che contiene deve essere previsto dalla legge, altrimenti non può essere commercializzata. Dall’etichetta possiamo conoscere le sue virtù e la sua composizione, e scegliere il tipo più adatto alle nostre necessità.
  • L’acqua di rubinetto è spesso composta da acque di origini diverse e deve subire trattamentiper garantirne la potabilità. Il Decreto Legislativo n. 31/2001 stabilisce infatti che un’acqua per definirsi potabile debba essere “pulita e salubre”. Pulita, perché negli usi domestici quotidiani non deve contenere elementi che diano colorazioni particolari (si pensi al bucato o all’utilizzo in cucina); salubre, perché chi la beve deve essere al riparo da elementi contaminanti e inquinanti nocivi per la salute. Nonostante i controlli, la qualità dell’acqua potabile è però soggetta a numerose variabili a seconda della qualità delle acque originarie, degli eventi ambientali, etc. Negli studi effettuati sui contaminanti dell’acqua di rubinetto gli elementi ritrovati con più frequenza sono:
  • tetracloroetilene, tricloroetilene (origine antropica)
  • bromoformio e cloroformio (originati dal processo di clorazione)
  • coliformi fecali

Il CERAM e l’Università di Napoli Federico II hanno prodotto uno studio scientifico pubblicato su “La Rivista Italiana di Igiene” sulla qualità dell’acqua che gli italiani bevono, sia quella minerale sia quella del rubinetto. E’ il primo studio che prende in considerazione l’acqua al rubinetto di casa degli italiani. La ricerca ha riguardato 17 Regioni, 50 città e si basa su 35.000 analisi, per cui ha un’estrema significatività ed è ripetibile

Acqua potabile: il problema delle deroghe.

La legge prevede la tutela del cittadino.

Se però l’acqua potabile non rispetta i limiti fissati dalla legge per alcuni contaminanti, può ricevere dal Ministero della Salute la deroga a poter essere distribuita ugualmente. In Italia il ricorso alle deroghe è piuttosto diffuso. Sono state frequentemente concesse deroghe in particolare sul contaminante Arsenico fino a 50 microgrammi per litro, mentre per legge non può superare i 10 microgrammi per litro. L’Arsenico è un elemento considerato cancerogeno dallo IARC – International Agency for Research on Cancer.

La normativa delle acque minerali, invece, non prevede alcun tipo di deroga sui limiti fissati sia per i parametri chimici che per i parametri microbiologici. Nel caso di superamento dei limiti fissati, il Ministero della Salute ne sospende il riconoscimento e l’acqua minerale, quindi, non può più essere commercializzata.


Per approfondire l’argomento:

Decisione della Commissione Europea sulla deroga richiesta dall’Italia – pdf ai sensi della direttiva 98/83/CE del Consiglio concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano.

I costi dell’acqua.

Quanto ci costa l’acqua?

  • La spesa media annua di una famiglia italiana per l’acqua minerale è di 118 €, considerando il prezzo medio dell’acqua minerale in Italia di 0,21 € al litro. Spesa che scende a 64 € se la famiglia consuma acqua di primo prezzo (0,117 € al litro) e aumenta a 185 € annui se la famiglia consuma un’acqua premium (0,338 € al litro). I prezzi medi dell’acqua minerale in Italia sono tra i più bassi in Europa.
  • L’acqua di rubinetto ha ovviamente un costo/litro inferiore. Politiche di incremento tariffario sono però in atto in tutto il Paese per far fronte ad una carenza strutturale di investimenti nei trascorsi decenni (condutture, trattamenti di potabilizzazione) e alla mancata realizzazione di invasi, bacini di raccolta e altre opere. Il sistema di condutture italiano versa infatti in gravi condizioni. La dispersione è attualmente calcolata tra il 30 ed il 40%, con punte più elevate nelle Regioni del Sud. L’aumento delle tariffe dell’acqua potabile – preannunciato da molte aziende pubbliche e private – servirà a colmare un pluriennale deficit di investimenti. La Federazione degli acquedotti (Federutility ) ha presentato nel 2010 il Blue Book dove si afferma che il sistema acquedottistico necessita di circa 64 miliardi di Euro per ristrutturazioni della rete e trattamenti di potabilizzazione. Secondo una recente indagine (Cittadinanzattiva) le tariffe dell’acqua potabile, a una prima valutazione, sembrerebbero aumentate del 35%.