Roma, 22 marzo 2021 – Oggi si celebra la giornata mondiale dell’acqua, fonte preziosa e insostituibile di ricchezza per l’umanità.
Pure all’origine, imbottigliate alla sorgente, hanno caratteristiche chimiche costanti e passano al vaglio di migliaia di analisi, tra controlli delle imprese e verifiche prescritte per legge: le acque minerali sono un presidio di salute e benessere, tanto da essere scelte da 9 italiani su 10 come “alimento funzionale” per il proprio stile di vita. Un primato positivo riconosciuto anche dal Censis, che ha associato direttamente il consumo di acqua minerale al cosiddetto Italian way of life.
Gli italiani continuano a premiare l’acqua minerale non solo per le sue caratteristiche di salute e sicurezza, ma anche per la connotazione sempre più sostenibile del ciclo produttivo e degli imballaggi utilizzati dall’industria. I circa 15 miliardi di litri di acqua venduti ogni anno in Italia sono confezionati per la grande maggioranza in bottiglie realizzate in PET – Polietilene tereftalato, un polimero inerte, riciclabile al 100%. Da oltre 20 anni, infatti, l’industria delle acque minerali utilizza esclusivamente questo polimero per le bottiglie e il polietilene (anch’esso riciclabile al 100%) per il “film industriale”, che le racchiude nel cosiddetto fardello. Il consumatore ha la certezza di acquistare un prodotto che a pieno titolo si inserisce nel circuito virtuoso dell’economia circolare per le sue caratteristiche di assoluta riutilizzabilità (“bottle to bottle”). Una caratteristica, quest’ultima, riconosciuta dalla stessa Unione Europea, che ha escluso il PET dalla lista delle plastiche monouso messe al bando nella Direttiva Single Use Plastics.
Si può, quindi, tranquillamente affermare che le plastiche non sono tutte uguali. Ciò nonostante, il dibattito resta ancorato alla possibile introduzione di una Plastic Tax che, così come attualmente concepita colpisce indiscriminatamente tutti i tipi di plastica senza riconoscere le intrinseche caratteristiche di sostenibilità del PET e, per altro verso, senza punire i comportamenti scorretti, il vero anello debole della catena.
Per le imprese del settore, la sfida della sostenibilità è diventata parte integrante della propria visione di futuro: negli ultimi 10 anni, a fronte di un incremento delle vendite di acqua minerale del 30%, la quantità di PET immesso sul mercato è rimasta invariata, grazie ad investimenti altamente tecnologici in Eco Design e in Eco Efficienza che hanno permesso di ridurre il peso medio delle bottiglie del 35%-40%, ovviamente a parità di sicurezza. Non solo. Analisi scientifiche certificate hanno dimostrato che una bottiglia da mezzo litro in plastica è cinque volte più sostenibile in termini di emissioni di CO2 equivalente di una bottiglia di pari gamma in vetro e quattro volte e mezzo più sostenibile di una lattina da 33 cl. Per le elevatissime temperature alle quali sono prodotti, vetro e alluminio sono, infatti, materiali energivori e assai più pesanti del PET.
L’impegno di sostenibilità delle aziende è inoltre profuso anche nel ruolo di ‘sentinelle’ dei territori e dei contesti naturali che ospitano le sorgenti. Dalla cura e salvaguardia delle sorgenti dipende la purezza delle acque minerali naturali e la conseguente attività di imbottigliamento e commercializzazione.
Ciò consente, alle generazioni future, di poter disporre della risorsa sia nella quantità che nella qualità originaria (Rapporto Buntland della Commissione mondiale per l’Ambiente).
Un impegno importante su tutta la filiera produttiva che ha evidenti ricadute positive e anche sul piano sociale ed economico. Il comparto opera, infatti, come motore di sviluppo economico ed occupazionale in aree geografiche non industrializzate e periferiche rispetto ai principali distretti produttivi. Chiudendo il cerchio tra vantaggi ambientali, sociali, di salute e di sicurezza, il consumo di acqua minerale si configura così come l’emblema di una rinnovata alleanza tra cittadini consumatori e imprese per un futuro davvero sostenibile.